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Fallimento aziendale: come affrontarlo con consapevolezza e visione strategica
La crisi d’impresa oggi: scenario e consapevolezza
Nel ciclo di vita di un’azienda, il fallimento aziendale rappresenta uno degli scenari più complessi e delicati. Sebbene spesso vissuto con angoscia da imprenditori e collaboratori, è fondamentale riconoscere che anche un evento negativo può trasformarsi in un’opportunità di apprendimento e ripartenza. La consapevolezza giuridica, la corretta gestione delle procedure e un adeguato supporto consulenziale sono strumenti chiave per affrontare in modo responsabile e strategico una situazione di crisi aziendale.
In un contesto economico sempre più instabile e competitivo, aggravato dalle tensioni geopolitiche, dalla digitalizzazione accelerata e dai cambiamenti normativi post-pandemici, le imprese – in particolare le PMI – devono essere preparate a riconoscere tempestivamente i segnali di squilibrio per prevenire l’insorgere di una crisi irreversibile.
Le procedure fallimentari: cosa prevede la normativa
Il fallimento aziendale non è un evento improvviso, ma il risultato di un iter regolamentato dalla legge, soggetto a criteri ben definiti. La procedura fallimentare si attiva con un’istanza depositata presso il tribunale, che può essere presentata dal debitore stesso, da uno o più creditori oppure, in specifiche circostanze, dal Pubblico Ministero. Il tribunale, ricevuta l’istanza, apre un’istruttoria per valutare la documentazione contabile e patrimoniale dell’impresa. Qualora riscontri i presupposti di insolvenza, emette una sentenza di fallimento, dando il via alla gestione operativa del processo.
Questa fase include il pignoramento dei beni aziendali, l’inventario da parte del curatore fallimentare, la verifica dei crediti e la liquidazione dell’attivo per soddisfare, per quanto possibile, i creditori. Si tratta di una procedura complessa, che richiede rigore formale, trasparenza e una visione chiara della situazione patrimoniale.
La riforma del Codice della Crisi: cosa è cambiato fino al 2025
Con la riforma introdotta dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, pienamente operativo dal 2022 e aggiornato nel 2024-2025, l’ordinamento italiano ha adottato un approccio preventivo e proattivo al fallimento aziendale. L’obiettivo è favorire la tempestiva emersione delle difficoltà e incoraggiare soluzioni negoziali, in particolare attraverso strumenti come la composizione negoziata della crisi e gli accordi di ristrutturazione assistita.
Le ultime novità normative, entrate in vigore nel 2025, hanno ampliato le tutele per le PMI, semplificato gli obblighi informativi digitali tramite piattaforme telematiche e introdotto incentivi per l’adozione di assetti organizzativi adeguati alla prevenzione della crisi. In particolare, è stato rafforzato il ruolo dell’esperto indipendente nella fase di composizione negoziata, che oggi può avvalersi di strumenti digitali di analisi e simulazione finanziaria per valutare scenari di continuità.
Focus PMI: strumenti su misura per evitare il fallimento aziendale
Le piccole e medie imprese rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana, ma spesso mancano delle risorse interne per affrontare efficacemente una crisi. Per questo motivo, il legislatore ha previsto percorsi agevolati per le PMI, con procedure semplificate e strumenti di supporto come gli sportelli camerali per la crisi d’impresa, già attivi in diverse regioni.
Attraverso la composizione negoziata, una PMI in difficoltà può ottenere il supporto di esperti, revisori e advisor per avviare un processo di ristrutturazione del debito, riorganizzazione operativa e, dove possibile, continuità aziendale. Questo strumento ha già permesso, tra il 2022 e il 2025, di evitare centinaia di fallimenti formali, favorendo soluzioni concordate e meno traumatiche per tutte le parti coinvolte.
Chi può dichiarare fallimento aziendale
Oltre al fallimento aziendale su istanza propria, può avviarlo anche un creditore, a condizione che sia assistito da un avvocato e che sussistano prove documentate dello stato d’insolvenza. In casi particolari, come quelli emersi nel corso di procedimenti penali o civili, anche il Pubblico Ministero può attivare la procedura, a tutela dell’interesse pubblico. Ogni scenario richiede il rispetto di requisiti specifici e l’allegazione di documenti essenziali, tra cui le scritture contabili, lo stato patrimoniale aggiornato e l’elenco dettagliato dei creditori.
Come reagire a una crisi: dall’impatto emotivo alla strategia
Affrontare il fallimento di un’impresa richiede non solo competenza tecnica, ma anche una mentalità orientata alla resilienza e alla trasformazione. È un momento di grande impatto emotivo e operativo per l’imprenditore, ma può rappresentare anche un’opportunità per ripensare la propria visione di business, analizzare criticamente gli errori e ripartire con una strategia più solida.
È fondamentale non farsi travolgere dallo sconforto, ma piuttosto assumersi la responsabilità delle scelte e intraprendere un percorso di crescita. In quest’ottica, strumenti come il coaching imprenditoriale, il mentoring strategico e le consulenze di riorganizzazione possono offrire supporto concreto per riacquisire lucidità, definire nuovi obiettivi e strutturare una nuova roadmap aziendale.
Vismarcorp: prevenire la crisi, costruire il futuro
Affrontare una crisi non significa soltanto gestire l’urgenza, ma anche investire nella prevenzione. Vismarcorp supporta le imprese, in particolare le PMI, con un approccio integrato alla gestione del rischio, alla pianificazione finanziaria e alla ristrutturazione organizzativa. Aiutiamo gli imprenditori a interpretare i segnali di allarme, a mettere in campo soluzioni tempestive e a cogliere nuove opportunità anche nei momenti più complessi.
Il nostro metodo unisce competenze legali, finanziarie e manageriali, supportate da tecnologie avanzate e modelli predittivi. Insieme costruiamo un nuovo inizio: responsabile, solido e orientato alla sostenibilità.
Perché un’impresa può anche cadere, ma con gli strumenti giusti può sempre rialzarsi e tornare a crescere.
Alessia Cammilli