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Brand e memoria collettiva: come le imprese costruiscono identità resilienti con il supporto di Vismarcorp
Nel 2025, l’identità di marca si costruisce anche attraverso il legame con la memoria collettiva e il contesto culturale di riferimento. In un mercato segnato da cambiamenti rapidi, le imprese che riescono a mantenere una coerenza narrativa tra storia, territorio e linguaggi contemporanei rafforzano il proprio posizionamento e la qualità della relazione con il pubblico. La memoria collettiva rappresenta una risorsa che permette di attribuire senso, continuità e affidabilità a prodotti e servizi. Questo tipo di operazione non si limita alla comunicazione, ma coinvolge l’intero impianto identitario dell’impresa.
L’evoluzione della marca tra coerenza narrativa e cambiamento culturale
Il caso di Barilla è emblematico di come una marca storica possa rinnovare il proprio racconto mantenendo un riferimento costante alla tradizione familiare, al contesto agroalimentare italiano e alla qualità del prodotto. Le recenti campagne istituzionali, orientate all’inclusione e alla sostenibilità, hanno rafforzato un’identità già sedimentata, attualizzandola senza creare discontinuità. Un altro esempio significativo è quello di Patagonia, che ha trasformato la propria vocazione ambientalista in un elemento costitutivo dell’identità aziendale. La decisione del fondatore di trasferire il controllo dell’azienda a un fondo dedicato alla tutela del pianeta ha rafforzato l’affidabilità percepita del brand, consolidando una narrazione fondata su coerenza e attivismo.
Memoria aziendale e progettualità culturale: gli strumenti della consulenza identitaria
Le aziende che riescono a costruire identità resilienti investono in attività che mettono in relazione il patrimonio storico con i nuovi obiettivi. In questo senso, la consulenza per la mappatura identitaria svolge una funzione essenziale. Vengono ricostruite le tappe evolutive dell’impresa, valorizzati gli archivi interni e individuati i nuclei narrativi che possono guidare le scelte di comunicazione, formazione e posizionamento. Il caso di Olivetti, riletto a partire dagli anni Duemila, mostra come una rilettura del passato aziendale possa generare nuovi immaginari anche in fasi di riorganizzazione. L’operazione ha coinvolto anche musei, università e istituzioni locali, a dimostrazione del fatto che la memoria d’impresa può agire come elemento di innovazione culturale.
Identità come sistema relazionale: comunità, territori e linguaggi
L’identità di marca diventa tanto più solida quanto più riesce a essere condivisa e riconosciuta da interlocutori differenti. Alcuni brand storici italiani, come Borsalino, hanno attivato percorsi di rilancio fondati sull’interazione con le comunità locali, il recupero delle tecniche artigianali e l’adozione di strumenti narrativi che pongono al centro la dimensione umana del lavoro. L’identità si costruisce così nel tempo, attraverso una pluralità di canali, in un dialogo costante tra continuità e aggiornamento. Questo equilibrio si riscontra anche in esperienze come quella di IBM, dove la narrazione della storia aziendale è stata integrata nei programmi di onboarding, nei contenuti formativi e nei materiali rivolti ai clienti. La coerenza tra racconto interno ed esterno diventa un elemento fondamentale per rendere l’identità riconoscibile e condivisa.
Il contributo di Vismarcorp alla costruzione identitaria delle imprese
In questo scenario, Vismarcorp supporta le aziende attraverso percorsi di consulenza che mettono al centro la memoria collettiva come leva di costruzione identitaria. L’approccio adottato consente di tradurre il patrimonio culturale d’impresa in contenuti editoriali, format di comunicazione, strumenti di brand positioning e pratiche interne capaci di rafforzare la coerenza relazionale. Ogni intervento parte da un’analisi approfondita delle radici aziendali per accompagnare la trasformazione con consapevolezza e metodo, valorizzando il passato come risorsa per l’orientamento futuro.
Fonti:
Alessia Cammilli