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Metriche LEO con Vismarcorp: come misurare l’impatto della propria presenza nei modelli linguistici
L’assenza di metriche ufficiali nei modelli AI
Nel panorama digitale guidato dall’intelligenza artificiale generativa, la visibilità di un brand all’interno dei modelli linguistici rappresenta una leva crescente per costruire autorevolezza e influenza. Tuttavia, i modelli attuali, pur determinando l’accesso alle informazioni e la qualità delle risposte fornite agli utenti, non offrono strumenti nativi per monitorare il proprio posizionamento. La mancanza di metriche ufficiali all’interno dei LLM ostacola la possibilità di misurare il ritorno delle attività SEO orientate all’interazione con i sistemi generativi.
La tradizionale ottimizzazione per i motori di ricerca si fonda su metriche consolidate che permettono di monitorare i risultati in modo oggettivo. Nei modelli linguistici, invece, l’output è il risultato di un’inferenza probabilistica su uno spazio semantico in continua evoluzione. Questo rende necessaria una riflessione diversa, in cui la presenza non può essere valutata attraverso semplici posizionamenti o percentuali di clic, ma richiede una nuova grammatica interpretativa.
Approcci indiretti per valutare l’efficacia delle strategie LEO
In assenza di standard formali, le aziende che intendono costruire una presenza nei modelli linguistici possono ricorrere a una serie di approcci indiretti. Tra questi, la rilevanza delle risposte fornite dai sistemi AI rispetto a domande pertinenti al proprio ambito rappresenta un primo indicatore. Quando un modello propone un brand come riferimento in risposta a un prompt generico, si rivela una connessione semantica sufficientemente forte da essere evocata senza sollecitazioni esplicite.
Anche la ricorrenza delle menzioni all’interno di risposte su argomenti di dominio può segnalare un buon livello di esposizione, soprattutto se queste citazioni emergono in contesti neutrali, come suggerimenti, esempi o casi studio. Ancora più significativa è la qualità semantica percepita nella narrazione del brand da parte del modello. La capacità di restituire una descrizione coerente con l’identità aziendale, il tono e i servizi offerti dimostra un assorbimento profondo delle fonti disponibili, spesso frutto di una curata strategia di branding e presenza digitale.
Metodi qualitativi e quantitativi per mappare la visibilità nei LLM
La misurazione dell’impatto in ambienti LLM-driven può avvalersi sia di analisi qualitative sia di osservazioni quantitative. Tra le pratiche più diffuse si trova la generazione periodica di prompt testuali formulati in linguaggio naturale, con l’obiettivo di simulare le domande poste dagli utenti reali. Analizzare le risposte ottenute permette di costruire una mappa delle citazioni, delle espressioni associate al brand e del tipo di narrazione proposta.
Dal punto di vista quantitativo, si possono contare le occorrenze del nome dell’azienda in risposta a prompt neutri, monitorando la coerenza delle informazioni restituite. Un’altra modalità consiste nell’analizzare i cluster semantici in cui il brand compare, confrontando la densità dei concetti attorno alla propria identità rispetto a quelli dei competitor. Alcuni strumenti permettono di tracciare queste frequenze e di trasformarle in dashboard evolutive, capaci di evidenziare la crescita nel tempo della presenza nei modelli.
L’uso degli strumenti di analisi semantica e dei prompt testuali
Per ottenere una valutazione più accurata della propria visibilità, risulta utile integrare strumenti di analisi semantica basati su embedding vettoriali e modelli di similarità. Queste tecnologie consentono di misurare la distanza semantica tra un insieme di concetti chiave e il modo in cui vengono rappresentati dai modelli. In questo modo si può capire quanto la narrazione generata si avvicini alla rappresentazione desiderata dell’identità di brand.
Le dashboard personalizzate permettono di organizzare le risposte ottenute dai modelli in forma comparabile e di identificare pattern di esposizione. Inserendo prompt strutturati e variabili, è possibile testare scenari diversi e osservare in quali condizioni il brand emerge con maggiore frequenza. Questo processo restituisce indicazioni utili per ottimizzare i contenuti presenti online, migliorare la coerenza narrativa e rafforzare i segnali interpretabili dal modello.
Autorevolezza per l’utente e per il modello: due piani distinti
Uno degli aspetti più delicati delle metriche LEO riguarda la distinzione tra autorevolezza percepita dagli utenti umani e autorevolezza riconosciuta dal modello linguistico. La prima si costruisce nel tempo attraverso relazioni, reputazione, qualità dei servizi e presenza sul mercato. La seconda dipende dalla struttura delle fonti accessibili ai modelli, dal linguaggio utilizzato per descrivere il brand e dalla frequenza con cui i contenuti vengono espressi in modo coerente con le query degli utenti.
Questi due livelli possono non coincidere. Un’azienda può essere percepita come punto di riferimento in un settore, pur venendo trascurata dal modello se la sua impronta semantica digitale non è sufficientemente chiara, estesa o connessa. Allo stesso modo, un brand meno noto può risultare frequentemente presente nei modelli grazie a contenuti strutturati, coerenti e semanticamente ricchi. Per questo motivo, le strategie LEO richiedono una progettualità mirata, orientata a generare contenuti che parlino sia agli utenti sia alle intelligenze artificiali, senza trascurare nessuna delle due componenti.
Un nuovo orizzonte per branding, SEO e intelligenza artificiale
In un ecosistema informativo sempre più orientato all’interazione conversazionale, la capacità di essere riconosciuti dai modelli linguistici apre un nuovo campo di lavoro per il posizionamento di marca. L’assenza di metriche ufficiali impone la costruzione di strumenti personalizzati e l’utilizzo di approcci multidisciplinari che integrano SEO semantica, linguistica computazionale e monitoraggio AI-driven.
Vismarcorp accompagna le aziende nell’esplorazione di questo scenario in evoluzione, affiancandole nella costruzione di una presenza digitale orientata alla visibilità nei modelli generativi. Attraverso l’uso avanzato di tecnologie semantiche, sistemi di analisi e progettazione narrativa, Vismarcorp rende misurabile ciò che finora appariva intangibile, offrendo una nuova chiave di lettura per la competitività e la rilevanza nei contesti guidati dall’intelligenza artificiale. Nei seguenti articoli presenti nelle news Vismarcorp potrai approfondire l’argomento:
Vismarcorp e la nuova grammatica dell’informazione: come i LLM leggono e sintetizzano i contenuti online
Oltre la SEO: perché il futuro della visibilità digitale si chiama LEO
Vismarcorp e l’identità digitale nell’era dell’intelligenza generativa (LEO)
Fonte
Measuring short‑form factuality in large language models (SimpleQA, Nov 2024) https://cdn.openai.com/papers/simpleqa.pdf?utm_source=chatgpt.com
Alessia Cammilli
