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foto Andrea Balboni di Sports Rehab

Andrea Balboni. Sports Rehab e il nuovo modello integrato per fisioterapia e performance

Dallo sport agonistico all’impresa: una visione che unisce scienza e tecnologia per ridefinire gli standard della riabilitazione e del benessere sportivo.

Lugano – Dalla pista da motocross alle sale riabilitative, con un passaggio deciso dal gesto tecnico al modello d’impresa. Andrea Balboni ha trasformato un percorso sportivo agonistico in una visione manageriale che unisce scienza, tecnologia e salute. Con Sports Rehab, network di centri di fisioterapia e performance fondato nel 2018, guida un progetto che punta a ridefinire gli standard della riabilitazione e del benessere sportivo attraverso un approccio evidence-based e un modello operativo scalabile.

Una traiettoria che nasce dal campo

La sua esperienza prende forma nell’enduro e nel motocross, dove lavora come tecnico sportivo federale per la Federazione Motociclistica Italiana. Quel contesto diventa la prima palestra di leadership, rafforzata da un percorso accademico in Scienze Motorie all’Università Cattolica del Sacro Cuore e in fisioterapia alla SUPSI, che apre la strada a un progetto imprenditoriale strutturato.

Un network che cresce tra Svizzera e Italia

L’idea di Sports Rehab nasce per costruire un ecosistema che integri fisioterapia, wellness e performance. I centri attivi tra Svizzera e Italia si distinguono per l’uso di protocolli scientifici, tecnologie avanzate e una gestione manageriale moderna. In tre anni il network cresce oltre il 300%, con cinque sedi operative e un modello progettato per essere replicato.

Scienza, formazione e impresa

L’approccio di Balboni valorizza la costruzione di team multidisciplinari e la formazione continua. Parallelamente alla guida di Sports Rehab, frequenta un Executive MBA alla LIUC Business School per rafforzare la strategia di espansione e consolidare la struttura organizzativa.

Wellness e performance come ecosistema

È co-fondatore di Health Park Swiss, partner wellness di Sports Rehab a Lugano, che integra allenamento, prevenzione e riabilitazione in un’unica esperienza. L’obiettivo è creare un modello di salute e performance misurabile, supportato da evidenze scientifiche e da un coordinamento operativo solido.

Leadership e prospettive

La figura di Andrea Balboni rappresenta un esempio di leadership imprenditoriale che unisce competenze sportive e cliniche. La sua visione guarda a un network internazionale capace di elevare gli standard della fisioterapia privata e della performance sportiva, in un settore che evolve attraverso scienza e tecnologia.

Vismarcorp osserva con interesse lo sviluppo del settore health & performance e riconosce in Andrea Balboni una leadership capace di interpretare e guidare il cambiamento.
Di seguito l’intervista.

  1. Qual è stata la sfida digitale più significativa che tu o la tua azienda avete affrontato negli ultimi anni, e come l’avete superata?

La parte più complessa è integrare davvero il digitale dentro una realtà sanitaria senza perdere il valore umano che la distingue.

 

In Sports Rehab stiamo lavorando proprio su questo: con sedi e team in più città, l’obiettivo è costruire un sistema che permetta di mantenere la stessa qualità ovunque, usando la tecnologia per semplificare il lavoro quotidiano, non per complicarlo.

 

Stiamo creando una struttura che colleghi dati, persone e processi — dalla gestione del paziente al monitoraggio dei percorsi riabilitativi, fino al CRM per il follow-up. Ma il punto non è la piattaforma: è la cultura che ci costruisci intorno.

 

Il percorso è ancora in evoluzione, ma sta già cambiando il modo in cui pensiamo la continuità clinica: più collaborazione, più chiarezza, più tempo dedicato alla parte che conta davvero — la relazione con il paziente.

 

  1. Cosa ne pensi delle nuove tecnologie digitali – in particolare dell’AI – e della sua integrazione nei processi aziendali? Quali opportunità credi possa offrire alle imprese e/o quali rischi?

L’AI è un’enorme opportunità, ma richiede equilibrio e una visione chiara di dove la si vuole portare.

 

In Sports Rehab stiamo iniziando a implementarla in alcune aree per rendere i risultati dei trattamenti più misurabili, migliorare la gestione interna e, soprattutto, permettere ai professionisti di dedicare più tempo alla parte clinica e relazionale.

 

È un percorso che stiamo costruendo passo dopo passo, perché crediamo che la tecnologia debba amplificare la competenza umana, non sostituirla.

 

Il rischio è quello di lasciarsi trascinare dall’effetto “novità” senza metodo. Per questo lavoriamo prima sulla cultura interna: capire il perché delle scelte digitali è più importante del come.

 

  1. Quali competenze e mindset ritieni fondamentali per guidare con successo la trasformazione verso l’Impresa 4.0? 

Servono due cose: competenze e mentalità.

 

Le prime sono ovvie — capire i dati, saper usare gli strumenti, gestire i processi. Ma da sole non bastano.

 

Quello che conta è il modo di pensare. Essere curiosi, pronti a rimettere in discussione ciò che funziona oggi, e avere il coraggio di cambiare prima che sia necessario.

 

In Sports Rehab lavoriamo su questo: far sì che ogni fisioterapista, ogni collaboratore, capisca l’impatto che la tecnologia e l’organizzazione hanno sul suo lavoro quotidiano.

 

La trasformazione digitale, in fondo, è una questione di leadership: creare contesto, fiducia e direzione.

 

  1. Guardando al futuro, quali tecnologie o trend credi avranno il maggiore impatto sul settore industriale nei prossimi 5 anni? 

Credo che il futuro sarà definito da come riusciremo a far dialogare tecnologia, dati e salute.

 

Le innovazioni che cambieranno il settore saranno quelle capaci di rendere la cura più tracciabile, personalizzata e continua.

 

Parlo di piattaforme digitali integrate nei percorsi di riabilitazione, di sensori e analisi biomeccaniche che permettono di monitorare i progressi reali, e di AI che aiuta il clinico a prendere decisioni migliori, non a sostituirlo.

 

In Sports Rehab stiamo lavorando proprio su questo: collegare clinica, ricerca e innovazione. L’obiettivo è semplice ma ambizioso — rendere la fisioterapia parte attiva della medicina del futuro, non solo una fase successiva al problema.

 

  1. C’è un libro, una citazione o un personaggio che ha segnato il tuo percorso da leader, che ti piacerebbe condividere? 

Uno dei libri che mi ha maggiormente influenzato è “Drive” di Daniel Pink. Mi ha aiutato a capire quanto la motivazione reale non nasca dal controllo o dagli incentivi, ma dal senso di autonomia, di padronanza e di scopo che le persone trovano nel proprio lavoro.

 

È un concetto che ho ritrovato pienamente nella gestione dei team in Sports Rehab: quando una persona sente che il suo contributo ha un impatto reale e può crescere nel farlo, la qualità del lavoro e l’energia del gruppo cambiano radicalmente.

 

Credo che la leadership, oggi, significhi creare contesti dove competenza e fiducia possano convivere. Il compito di chi guida non è “spingere”, ma mettere le persone nelle condizioni di funzionare al meglio, sapendo che la performance nasce prima di tutto dalla chiarezza e dal significato.

 

  1. Qual è il consiglio che daresti ai giovani professionisti (o aspiranti imprenditori) che vogliono avvicinarsi al mondo dell’industria digitale? 

Direi di non concentrarsi troppo sulla tecnologia e di più sulla mentalità con cui la si usa.

 

Il digitale è un acceleratore straordinario, ma amplifica ciò che già esiste: se l’idea è debole, resterà debole anche online; se il metodo manca, nessun software lo sostituirà.

 

Il consiglio è di partire dalle basi: capire i problemi reali, osservare i processi, imparare a lavorare con le persone. Solo dopo ha senso digitalizzare.

 

In Sports Rehab viviamo questa logica ogni giorno: la tecnologia serve a rendere più efficace il lavoro clinico e organizzativo, non a snaturarlo.

 

Ai giovani direi di essere curiosi, di sporcarsi le mani con i progetti, di non cercare scorciatoie. La competenza resta la migliore forma di innovazione.

 

Ringraziamo Andrea Balboni per aver condiviso con noi la sua esperienza e ribadiamo la nostra stima per il lavoro che Sports Rehab porta avanti nel settore health & performance.

 

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