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Foto imprenditore Andrea De Leo

Andrea De Leo: quando la strategia aziendale passa attraverso l’esperienza live

Il fondatore di PIŪATHENA racconta la sua visione sull’evoluzione degli eventi corporate come strumento di business development

Eventi corporate: dal “momento speciale” alla macchina operativa del business

A Roma c’è una realtà che lavora sugli eventi come se fossero prodotti: progettati, testati, misurati. Si chiama PIŪATHENA e nasce dall’esperienza di Andrea De Leo, che dalla contabilità di progetto è salito alla regia strategica. Il passaggio non è solo di carriera, ma è di mentalità. “La promessa vale se coincide con il risultato,” ripete. In un settore dove il lessico dell’effetto speciale rischia di coprire i numeri, De Leo ha riportato i fondamentali al centro: obiettivi chiari, tempi, budget, indicatori.

La traiettoria è quella di chi ha imparato sul campo che un evento, per un’azienda, non è (solo) un palco. È una leva di sviluppo commerciale. Convention, fiere, product launch, roadshow, dunque formati diversi, ma stesso approccio. Si parte dall’analisi, del perché lo stiamo facendo, per chi, quale azione vogliamo ottenere dopo? Poi la progettazione, format, tempi, regia operativa, e soprattutto la misurazione. Non vanity metrics, ma ciò che interessa davvero, parliamo di contatti qualificati, follow-up attivati, opportunità in pipeline.

Questo metodo ha convinto brand di livello nazionale e internazionale nei mondi istituzionale, retail, edutainment, Media&Entertainment. Non perché la scenografia sia più vistosa, ma perché la collaborazione si ripete: segnale che i progetti tengono la rotta e chiudono il cerchio tra investimento e ritorno. “Il nostro lavoro è togliere attrito,” dice De Leo. “Logistica, fornitori, compliance, rischi, se il cliente non se ne accorge, è andata bene.”

C’è un dettaglio che racconta la filosofia della casa, internamente lo chiamano “Your F**** Plus”. La versione stampabile è “superare l’aspettativa sui fondamentali, non sulle promesse”. Tradotto: puntualità delle consegne, controllo tecnico, chiarezza dei deliverable, niente sorprese al collaudo. È poco glamour, ma chi gestisce budget sa che qui si gioca la fiducia.

Altro capitolo, la sostenibilità. Non come bollino, ma come progettazione industriale del riuso. Materiali certificati, allestimenti modulabili che rientrano a magazzino e ritornano in campo, ottimizzazione dei trasporti per tagliare scarti e CO₂. Il risultato è duplice, i capitolati ESG sono rispettati e il costo di ciclo vita degli allestimenti scende. Nei fatti, sostenibilità come efficienza.

L’idea più interessante, però, è ONGOING CONVERSATION un format che sposta l’attenzione dal “giorno dell’evento” al “dopo”. L’evento diventa l’inizio di una piattaforma relazionale, un hub dove rimettere in circolo talk e materiali, una regia di nurture su CRM, micro-attivazioni periodiche e una reportistica che segue l’engagement nel tempo. Non un aftermovie da postare e archiviare, ma un programma di relazione che mantiene caldo il contatto con stakeholder e community.

In un mercato frammentato, PIŪATHENA gioca una partita semplice da raccontare e difficile da fare,cioè unire strategia e operatività senza perdere pezzi per strada. Meno effetti speciali, più progetto. Meno “evento” come parentesi, più “evento” come infrastruttura di business. È lì che si vede la differenza tra spettacolo e risultato. E, almeno per chi paga il conto, è una differenza che conta.

Vismarcorp: la dimensione internazionale

L’interesse di Vismarcorp per il percorso imprenditoriale di Andrea De Leo si colloca nel quadro più ampio della valorizzazione di realtà italiane con potenziale di sviluppo sui mercati europei. L’esperienza di PIŪATHENA viene identificata come esempio di come metodo operativo, affidabilità nell’execution e capacità di gestione delle relazioni possano costituire fattori critici di successo per lo sviluppo aziendale in contesti competitivi.

La vicenda imprenditoriale di De Leo conferma come, in un settore caratterizzato da forte personalizzazione e da elevata componente relazionale, la credibilità costruita attraverso la qualità del servizio e la coerenza nel tempo rimanga il principale driver di crescita e di creazione di valore sostenibile.

Di seguito l’intervista.

  1. Qual è stata la sfida digitale più significativa che tu o la tua azienda avete affrontato negli ultimi anni, e come l’avete superata?

La sfida non era “fare digitale”, ma rendere misurabile ciò che facciamo. Eventi ibridi, filiere frammentate, dati sparsi. Abbiamo costruito un backbone unico, dal brief al post-evento, stessi standard, stesse metriche, stessa lingua. Risultato: 95% on-time/on-budget, tempi di risposta -40%, NPS +15 pt. Questo è anche, ma non solo, il nostro “Your F****** Plus”.

  1. Cosa ne pensi delle nuove tecnologie digitali – in particolare dell’AI – e della sua integrazione nei processi aziendali? Quali opportunità credi possa offrire alle imprese e/o quali rischi?

L’AI non è una bacchetta magica. Integrare l’AI nei processi serve se migliora tempo, qualità, trasparenza, e non per moda. Le opportunità sono pre-produzione più rapida, stime più solide, meno sprechi, contenuti più pertinenti. I rischi le allucinazioni, bias, privacy, lock-in e l’illusione che “automatizzato” significhi “risolto”. Per me la regola è sempre ” human-in-the-loop” , dati puliti, metriche chiare. Creatività sì, ma con il freno a mano della governance della persona.

  1. Quali competenze e mindset ritieni fondamentali per guidare con successo la trasformazione verso l’Impresa 4.0?

L’Impresa 4.0 non è tecnologia, ma come in tutte le cose, è disciplina. Process design, data literacy, cybersecurity by design, vendor & change management. Il mindset è la curiosità operativa, l’approccio con umiltà ai dati (misuro sempre, poi decido), trasparenza (KPI condivisi), responsabilità su persone e impatti. La Governance prima dei fronzoli, questo fa la differenza.

  1. Guardando al futuro, quali tecnologie o trend credi avranno il maggiore impatto sul settore industriale nei prossimi 5 anni? 

Nei prossimi cinque anni vedo tre leve che cambieranno davvero il gioco.

Primo,un’intelligenza artificiale che non si limita a suggerire, ma porta a termine interi pezzi di lavoro, sempre con il controllo umano nei passaggi decisivi. Secondo, modelli virtuali di impianti e prodotti su cui provare scenari e correggere errori prima di toccare la linea reale, con meno sprechi, meno fermi, più qualità.

Infine, sostenibilità misurata sul serio, energia, materiali, trasporti, che entra nei conti economici, e non solo nelle brochure. Accanto a tutto questo, cresceranno gli AI Agent che lavorano con le persone, stampa 3D per parti critiche e sistemi che elaborano i dati direttamente in fabbrica per reagire subito. La metrica che useremo per capire se funziona è sempre la stessa, cioè tempo risparmiato, qualità stabile, trasparenza verso clienti e fornitori.

  1. C’è un libro, una citazione o un personaggio che ha segnato il tuo percorso da leader, che ti piacerebbe condividere?

Un mio mentore mi disse  “L’eleganza non è l’idea, è la consegna pulita.” Poi lessi Gawande e capii perché. Nelle operazioni complesse la differenza la fanno standard, ruoli, checklist, momenti di verifica. A questo aggiungo un pensiero di Primo Levi “conoscere e assumersi la responsabilità dei propri atti”. È questa la sintesi del mio modo di gestire e gestirmi, rotta chiara, disciplina gentile, trasparenza sui numeri. Da lì viene la qualità che chiediamo a noi stessi, e quel margine in più che in Agenzia chiamiamo “Your F**** Plus.”

  1. Qual è il consiglio che daresti ai giovani professionisti (o aspiranti imprenditori) che vogliono avvicinarsi al mondo dell’industria digitale? 

Parti da un problema vero, non dall’ennesimo tool di tendenza. Chiediti “cosa miglioro, per chi, in quanto tempo? ” Metti giù poche misure semplici, tempo, costi, qualità, e poi consegna qualcosa di piccolo ma completo, subito. La credibilità nasce da lì, con patti chiari, documenti puliti, numeri trasparenti. L’industria digitale premia chi unisce curiosità e disciplina. Testa, misura, aggiusta, ripeti. Il resto verrà di conseguenza.

Ringraziamo Andrea De Leo per aver condiviso con noi la sua esperienza e rinnoviamo la nostra stima per il lavoro che PIŪATHENA porta avanti nel settore degli eventi corporate e della brand experience in Italia e in Europa.

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