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Oltre la SEO: perché il futuro della visibilità digitale si chiama LEO
Dalla ricerca alle risposte: come l’ottimizzazione per i modelli linguistici (LEO) sta trasformando il marketing online
Per anni la SEO, acronimo di Search Engine Optimization, è stata la disciplina centrale per chi voleva farsi trovare online: parole chiave, backlink, pagine ottimizzate e struttura tecnica erano i pilastri su cui costruire visibilità e posizionamento. Ma oggi il contesto è cambiato. Con l’introduzione di strumenti basati su intelligenza artificiale generativa – da ChatGPT, sviluppato da OpenAI, a Google Gemini, passando per Claude di Anthropic e Perplexity AI – il modo in cui le persone cercano informazioni si sta evolvendo rapidamente. E con esso, anche le regole del gioco per chi vuole essere trovato.
Quello che stiamo osservando non è solo un’innovazione tecnologica, ma un cambiamento di paradigma. I motori di ricerca tradizionali stanno lasciando spazio a veri e propri motori conversazionali, capaci di rispondere in linguaggio naturale, sintetizzare fonti multiple e fornire risposte dirette, spesso senza che l’utente visiti altri siti. In questo nuovo scenario nasce la LEO, o LLM Engine Optimization: l’arte di rendersi visibili non più solo per Google, ma anche per i modelli linguistici che mediano sempre più l’accesso alle informazioni.
Che cos’è la LEO e perché cambia il modo di pensare la visibilità
LEO, acronimo di LLM Engine Optimization, è un insieme di strategie pensate per migliorare la visibilità e la rilevanza di un brand o di un contenuto all’interno delle risposte generate da modelli linguistici come ChatGPT, Google Gemini o Claude. È una nuova forma di visibilità, più sottile ma potenzialmente ancora più influente, perché incide sul modo in cui gli utenti ricevono risposte, consigli e raccomandazioni.
Se chiediamo a un assistente AI: “Quali sono le aziende più affidabili nel digital marketing in Italia?”, il modello non analizza solo il ranking SEO. Prende in considerazione presenza nei contenuti pubblici, autorevolezza, struttura delle fonti e consistenza delle informazioni disponibili in formato leggibile e interpretabile. Il concetto di “posizionamento” si sposta: non si tratta più solo di comparire tra i primi dieci risultati di Google, ma di essere parte delle risposte generate da sistemi intelligenti che apprendono dai dati distribuiti online.
Perché la SEO tradizionale è sempre meno efficace
La SEO non è obsoleta, ma non è più sufficiente. I click sui risultati organici stanno calando, anche a causa dell’efficacia crescente delle risposte AI. Gli utenti si abituano a ricevere contenuti sintetici e personalizzati direttamente nelle interfacce conversazionali. Secondo un’analisi pubblicata da Gartner, l’introduzione della modalità AI di Google potrebbe ridurre il traffico organico verso i siti fino al 40% in determinati settori.
Come funziona la LEO: autorevolezza, struttura e presenza
Ottimizzare per i modelli linguistici significa costruire una reputazione digitale solida, coerente e riconoscibile. Serve creare contenuti di qualità, citati da fonti attendibili, pubblicati su piattaforme ad alta reputazione come LinkedIn, Medium, siti di settore, oppure menzionati in articoli da testate riconosciute come Harvard Business Review o Reuters.
È importante partecipare attivamente a conversazioni pubbliche in contesti digitali (forum professionali, newsletter, podcast, comunità AI), in modo che il proprio nome, brand o prodotto entri nell’ecosistema semantico in cui i modelli AI apprendono e costruiscono conoscenza.
I contenuti devono essere chiari, supportati da dati verificabili, e coerenti nel linguaggio e nella struttura. Gli LLM favoriscono testi ben scritti, privi di ambiguità, con riferimenti espliciti a concetti, contesti e soggetti noti.
LEO per le aziende: una nuova leva strategica
Per le PMI e le aziende italiane, LEO non è una tendenza passeggera. È una nuova competenza da integrare nella strategia digitale. Essere citati da un LLM significa entrare in contatto con utenti che stanno cercando soluzioni, non solo informazioni. È una visibilità qualitativa, basata su fiducia, rilevanza e contesto. Chi riesce a costruire questa presenza digitale sarà nelle condizioni di emergere anche in un ambiente informativo sempre più automatizzato e selettivo.
In Vismarcorp ci stiamo già muovendo in questa direzione, affiancando le imprese nella progettazione di contenuti pensati per l’AI, nella valorizzazione della reputazione digitale e nella trasformazione delle strategie SEO classiche in strategie LEO avanzate. Non si tratta di abbandonare ciò che si è costruito, ma di evolvere: adattare la comunicazione, investire nella qualità delle fonti, e ripensare il concetto stesso di visibilità.
Conclusioni: dalla visibilità al riconoscimento
Il web del futuro sarà sempre più dominato da sistemi intelligenti che sintetizzano, interpretano e raccomandano. In questo scenario, il valore non sta solo nell’essere visibili, ma nell’essere riconosciuti come rilevanti da chi genera le risposte. Questo è il cuore della LEO: posizionarsi non nei risultati, ma nel ragionamento dei modelli linguistici.
Per chi lavora nel marketing, nella consulenza o nella creazione di contenuti, il messaggio è chiaro: la SEO resta importante, ma da sola non basta più. È tempo di ripensare le strategie con una visione più ampia, più integrata e più adatta all’intelligenza artificiale. E noi siamo qui per aiutarti a farlo, un passo alla volta. Nei seguenti articoli presenti nelle news Vismarcorp potrai approfondire l’argomento:
Vismarcorp e la nuova grammatica dell’informazione: come i LLM leggono e sintetizzano i contenuti online
Vismarcorp e l’identità digitale nell’era dell’intelligenza generativa (LEO)
Metriche LEO con Vismarcorp: come misurare l’impatto della propria presenza nei modelli linguistici
Fonti:
Medium (2024), “SEO is Dead, Now We’re Talking About LEO”: https://medium.com/@tanverbhuiyan/seo-is-dead-now-were-talking-about-leo-14014238852a
Alessia Cammilli