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Amazon punta sulla robotica: a rischio 600.000 posti di lavoro entro il 2033
L’azienda accelera sull’automazione logistica con robot e intelligenza artificiale, aprendo una nuova fase industriale e occupazionale.
Il 23 ottobre 2025, Amazon ha confermato un piano per sostituire fino a 600.000 posti di lavoro con sistemi robotici e soluzioni di intelligenza artificiale entro il 2033. L’iniziativa si inserisce in una strategia già avviata negli anni precedenti e punta a integrare robot in modo capillare all’interno dei centri di distribuzione globali. L’obiettivo dichiarato è automatizzare una parte consistente delle attività logistiche, con impatti profondi sulla produttività, sull’organizzazione del lavoro e sul rapporto tra persone e macchine nei processi dell’e-commerce internazionale.
Blue Jay e Project Eluna: la nuova architettura dei magazzini
La svolta logistica di Amazon si basa su due tecnologie chiave. La prima è Blue Jay, un robot mobile autonomo progettato per gestire il trasporto interno delle merci e ottimizzare i percorsi operativi. La seconda è Project Eluna, un sistema di intelligenza artificiale capace di coordinare flussi, interpretare dati in tempo reale e ridurre al minimo la necessità di intervento umano. Amazon punta a raggiungere un milione di robot attivi entro la fine del decennio, automatizzando il 75 per cento delle attività oggi svolte da operatori umani. L’integrazione tra robotica e AI predittiva consente di abbattere tempi e costi e di trasformare i magazzini in nodi digitali connessi e autonomi.
Efficienza e sicurezza, ma con forti implicazioni occupazionali
Amazon presenta questo passaggio come un’evoluzione verso una logistica più sicura e produttiva, sottolineando che i robot riducono il rischio di infortuni e alleggeriscono le mansioni ripetitive. Tuttavia, sindacati e osservatori internazionali richiamano l’attenzione sulle conseguenze occupazionali di questa trasformazione. La progressiva sostituzione di centinaia di migliaia di lavoratori potrebbe modificare il tessuto sociale dei territori in cui Amazon rappresenta un datore di lavoro primario. I ruoli futuri saranno concentrati su competenze tecniche e supervisione, ma molte posizioni di base rischiano di scomparire, alimentando una polarizzazione tra chi può adattarsi alla transizione digitale e chi resta ai margini.
Effetti a catena su filiere e territori
La trasformazione non coinvolge solo Amazon. Le imprese che operano come partner logistici o fornitori dovranno adattarsi a nuovi standard operativi e a una rete sempre più orientata all’automazione e all’efficienza. Questo cambiamento esercita pressioni competitive significative sulle PMI dell’e-commerce e della distribuzione last mile, che dovranno rivedere strategie operative, modelli di business e strumenti digitali. L’effetto domino ridisegna la catena del valore, modifica margini e processi e spinge le aziende verso investimenti più strutturati per restare allineate a un’infrastruttura globale che cambia rapidamente.
Regolazione e nuovi equilibri globali
Il piano di automazione di Amazon ha acceso un dibattito politico e sindacale negli Stati Uniti e in Europa. Le istituzioni europee stanno valutando strumenti di regolamentazione per bilanciare innovazione tecnologica e tutela occupazionale. Tra le proposte emergono politiche di reskilling e upskilling, nuove forme di welfare e soluzioni per la portabilità dei diritti dei lavoratori. La robotizzazione non rappresenta soltanto un’evoluzione tecnologica ma un fattore capace di ridefinire intere economie locali, creando pressioni sulle filiere produttive e sollevando interrogativi sulla sostenibilità sociale dell’automazione su larga scala.
La prospettiva di Vismarcorp
Vismarcorp affianca le imprese nella costruzione di architetture operative capaci di assorbire trasformazioni profonde come quella in corso nella logistica globale. Attraverso servizi come Business Orchestration e Automazione & AI Applied Solutions, aiuta le organizzazioni a integrare tecnologie, dati e processi per mantenere controllo e flessibilità operativa. In un contesto dominato da colossi tecnologici, la capacità di progettare sistemi distribuiti rappresenta un vantaggio competitivo reale. La solidità non nasce dalla tecnologia in sé, ma dalla capacità di inserirla in un disegno coerente con le strategie aziendali, riducendo dipendenze esterne e rafforzando la continuità decisionale. Vismarcorp considera questo approccio una leva per consentire alle imprese di guidare il cambiamento anziché subirlo.
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Fonti consultate
ANSA – MSN – Il Fatto Quotidiano – Repubblica – Fanpage – Sky TG24 – Quotidiano.net – New York Times – Amazon Press Office.
Pamela Marchionna