CFO part-time per PMI: perché la consulenza finanziaria esterna può migliorare la redditività aziendale

Un nuovo approccio alla gestione finanziaria

Le piccole e medie imprese italiane affrontano sfide crescenti legate a inflazione, tassi variabili, margini ridotti e normative sempre più complesse come la CSRD. In questo scenario la figura del CFO part-time esterno, conosciuto anche come fractional CFO, si rivela una soluzione efficace per migliorare la redditività aziendale, garantendo controllo e pianificazione senza il peso di un costo fisso elevato.

Un quadro economico e normativo che spinge verso la consulenza esterna

In Italia molte PMI non dispongono di risorse interne per implementare un controllo di gestione strutturato. Questo limite riduce la capacità di prendere decisioni basate su dati e di affrontare correttamente la gestione del capitale circolante. La diffusione del modello fractional è ormai evidente: come evidenziato da Factorial, sempre più aziende scelgono CFO esterni per colmare un vuoto di competenze gestionali.

Anche My Fractional Manager sottolinea come la consulenza finanziaria esterna contribuisca ad adeguarsi alle normative europee, fornendo trasparenza e governance avanzata. La richiesta di rendicontazione chiara e la necessità di rapporti solidi con istituti di credito spingono le PMI verso figure esperte che possano guidarle in questo processo.

Le funzioni chiave di un CFO part-time

Un CFO esterno opera in modo flessibile, calibrando il proprio intervento sugli obiettivi aziendali. Le attività principali includono pianificazione finanziaria e scenari previsionali, definizione di KPI e report periodici, ottimizzazione dei flussi di cassa, valutazione degli investimenti, gestione delle relazioni bancarie e introduzione di strumenti digitali per automatizzare i processi.

L’approccio del CFO part-time porta con sé competenze trasversali maturate in diversi settori, trasferendo best practice e metodi di governance che migliorano la capacità competitiva delle PMI.

Esempio numerico di impatto sulla redditività

Consideriamo una PMI con fatturato di 4 milioni di euro e un margine operativo lordo (EBITDA) del 6%, pari a 240.000 €. Se i crediti dei clienti vengono incassati in 60 giorni, il fabbisogno di capitale circolante rimane elevato, con conseguenti costi finanziari.

Un CFO esterno che riduca i tempi medi di incasso a 35 giorni e aumenti la rotazione del magazzino da 4 a 6 volte l’anno può liberare liquidità per decine di migliaia di euro. Questa liquidità può essere reinvestita in innovazione, riducendo nel contempo il ricorso a finanziamenti bancari. Secondo analisi di Imprendo24, in casi simili i risparmi sugli interessi oscillano tra 5.000 e 15.000 € l’anno, con impatti diretti sul risultato netto.

Diffusione internazionale e settoriale

In mercati come Stati Uniti e Regno Unito il fractional CFO è una figura consolidata, soprattutto in startup e PMI innovative. Settori digitali e tecnologici hanno adottato da tempo questa modalità, considerandola parte integrante della crescita.

In Italia il modello è in espansione: mentre i settori tradizionali si muovono con prudenza, imprese legate all’export, all’e-commerce e all’innovazione vedono già i benefici. La prospettiva europea e la maggiore apertura al capitale esterno favoriscono ulteriormente questa diffusione.