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Campagne costose, ritorni minimi: errori comuni nel marketing aziendale
Quando il budget non genera risultati proporzionati
Nel panorama del marketing aziendale, la distanza tra investimento e risultato rappresenta una delle criticità più diffuse. Imprese di dimensioni diverse destinano risorse ingenti a campagne pubblicitarie digitali, eventi, influencer marketing o iniziative multicanale che producono ritorni marginali rispetto ai costi sostenuti. La causa principale risiede nella mancanza di una connessione diretta tra strategia, obiettivi e misurazione dei risultati.
Secondo un’analisi di HubSpot, oltre il 63% dei responsabili marketing ammette di non disporre di un sistema integrato per monitorare con precisione il ritorno sull’investimento. In questi casi, la pianificazione si riduce a una distribuzione di budget priva di una regia unitaria, in cui le campagne vengono avviate senza un allineamento reale tra obiettivi commerciali, canali di comunicazione e comportamento del pubblico.
L’effetto immediato è la dispersione delle risorse. Le campagne appaiono visibili, ma non convertono. I lead generati non vengono qualificati, i tassi di engagement restano bassi e le attività digitali non dialogano con i reparti vendita o CRM. Questa frammentazione riduce l’efficienza complessiva del marketing e ostacola la creazione di valore nel tempo.
Cause ricorrenti di inefficacia nel marketing aziendale
L’inefficacia di molte campagne nasce da una pianificazione superficiale o da un’interpretazione distorta dei dati. La presenza di dashboard ricche di numeri non equivale a una vera capacità analitica. La differenza sta nella lettura: interpretare un tasso di clic senza collegarlo al percorso di conversione reale significa restare fermi al livello descrittivo, senza ottenere informazioni utili a migliorare.
Secondo una ricerca di Forbes, le imprese che basano le decisioni di marketing su metriche isolate rischiano di ridurre fino al 40% la redditività complessiva delle campagne. La mancanza di correlazione tra le attività promozionali e la pipeline commerciale crea un effetto distorsivo: l’azienda investe per generare visibilità, ma non struttura un flusso che colleghi quel traffico a opportunità reali di vendita.
In altri casi, l’eccessiva fiducia in trend passeggeri — come l’utilizzo di format virali o il ricorso a campagne massicce su canali non pertinenti — porta a spese ingenti senza risultati duraturi. L’attenzione si sposta sulla quantità delle impression anziché sulla qualità delle relazioni, e il marketing perde la propria funzione direzionale.
Esempi di campagne costose con ritorni deludenti
Il settore moda e lifestyle offre diversi esempi di campagne ad alto budget che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. Il caso di Pepsi con la campagna “Live for Now”, ricordato da The Guardian, mostra come un investimento multimilionario possa tradursi in un danno reputazionale quando il messaggio non rispecchia l’identità del brand. L’azienda ha dovuto ritirare la campagna dopo una settimana, subendo una perdita di immagine superiore al ritorno ottenuto in termini di visibilità.
Nel settore tecnologico, Meta ha rivisto la propria strategia ADV dopo una serie di campagne orientate all’aumento di awareness che, pur raggiungendo milioni di utenti, hanno mostrato un calo nel tasso di conversione. Gli analisti hanno attribuito la criticità a un disallineamento tra comunicazione e proposta di valore.
Anche nel comparto delle PMI si riscontrano errori strutturali. Imprese che investono in Google Ads o Meta Ads senza una definizione chiara di funnel di conversione finiscono per disperdere risorse su keyword o audience non pertinenti. Il traffico cresce, ma le vendite restano ferme, generando un effetto di falsa percezione del successo digitale.
Dal budget alla direzione: il ruolo della governance nel marketing
L’assenza di coordinamento tra reparti interni e fornitori esterni rappresenta una delle principali cause di inefficienza. Quando l’agenzia marketing lavora su obiettivi diversi rispetto al reparto commerciale o quando i flussi tra CRM e campagne ADV non sono sincronizzati, la comunicazione diventa una somma di azioni scollegate.
Le imprese che raggiungono risultati costanti sono quelle che inseriscono la funzione marketing all’interno di una struttura di governance unitaria, in cui analisi, obiettivi e risorse vengono connessi da un’unica direzione.
Secondo uno studio di McKinsey & Company, le aziende che mantengono un allineamento operativo tra funzioni ottengono fino al 35% di ritorno in più sugli investimenti pubblicitari rispetto a chi frammenta la gestione.
Il marketing non è un reparto isolato ma un sistema integrato di scelte, in cui la coerenza tra visione, dati e messaggi determina la capacità di generare valore. L’efficacia non dipende dall’ammontare del budget, ma dal modo in cui le risorse vengono orchestrate.
Misurare i ritorni e trasformare i dati in direzione
L’analisi del ritorno sugli investimenti di marketing rappresenta un punto decisivo per distinguere tra visibilità e valore. Un’impresa che struttura un sistema di misurazione basato su indicatori reali può individuare in anticipo i punti di dispersione, riallocare risorse e consolidare la redditività delle campagne.
Strumenti come Google Analytics 4, CRM integrati e dashboard personalizzate permettono di visualizzare la relazione tra lead generati, conversioni e fatturato. La misurazione diventa utile quando consente di collegare i dati di traffico ai comportamenti d’acquisto, fornendo una visione continua delle performance.
Secondo Deloitte Digital, le imprese che analizzano i dati con un approccio end-to-end riducono del 28% i costi di acquisizione cliente. L’efficienza non nasce dal taglio dei budget, ma dal loro riallineamento verso azioni che generano risultati misurabili. In questo modo, il marketing si trasforma in una funzione predittiva che anticipa gli scenari invece di inseguirli.
Dal disordine alla performance: casi di riallineamento operativo
Un caso rappresentativo è quello di Lego, che ha rivisto la propria strategia ADV introducendo un sistema di tracciamento unificato tra campagne digitali e vendite retail. Il risultato è stato un aumento del 22% nel ritorno pubblicitario e una riduzione del 15% dei costi per acquisizione. L’azienda ha reso visibili i collegamenti tra pubblicità, prodotto e distribuzione, dimostrando che la chiarezza dei flussi produce efficienza.
Nel settore B2B, Salesforce evidenzia come le imprese che integrano il CRM ai canali pubblicitari registrino un tasso di conversione superiore al doppio rispetto a chi mantiene i dati separati. La connessione tra sistemi, in questo caso, consente di creare percorsi personalizzati e migliorare la qualità dei contatti.
Le piccole e medie imprese possono trarre vantaggio dagli stessi principi, adottando processi digitali che collegano marketing, vendite e controllo. Una governance unificata evita che i fornitori lavorino su metriche isolate, restituendo una visione d’insieme che facilita la scelta delle priorità e riduce gli sprechi.
L’importanza di una regia centrale
Un marketing efficace dipende dall’esistenza di un centro decisionale capace di governare i flussi e verificare la coerenza tra obiettivi e risultati. Senza un modello integrato, le campagne rischiano di seguire logiche indipendenti, alimentando la dispersione. Una direzione unica consente di tradurre il budget in crescita e la comunicazione in valore percepito.
Harvard Business Review sottolinea che la correlazione tra governance e performance è diretta: le aziende con sistemi decisionali coordinati ottengono risultati più elevati in termini di brand equity e retention. La chiave è nella continuità del controllo e nella capacità di leggere i dati come parte di una narrazione economica e culturale.
Vismarcorp e la costruzione di un marketing coordinato
Vismarcorp interviene in questo punto di connessione tra analisi, pianificazione e direzione, trasformando la gestione del marketing in un sistema orchestrato che collega risorse, persone e dati. L’obiettivo è restituire al marketing la sua funzione originaria: guidare la crescita attraverso scelte misurabili e coerenti.
Attraverso il servizio Lead Management & Funnel Optimization, la società costruisce flussi di lavoro integrati tra campagne ADV, CRM e controllo, rendendo leggibili i percorsi di conversione e le metriche di redditività. Ogni progetto viene adattato alla struttura dell’impresa, con dashboard operative e analisi continue che permettono di correggere la rotta in tempo reale.
Nel modello Vismarcorp, la comunicazione diventa parte di una strategia economica che unisce visione, tecnologia e metodo. Le imprese assistite sviluppano un linguaggio coerente tra marketing e direzione, riducendo dispersioni e amplificando il ritorno degli investimenti. In questo modo, le campagne smettono di essere un costo isolato e diventano una leva per la crescita coordinata dell’ecosistema aziendale.
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Fonti consultate
- HubSpot
- Forbes
- The Guardian
- Meta Newsroom
- McKinsey & Company
- Google Analytics 4
- Deloitte Digital
- Salesforce
- Harvard Business Review
Alessia Cammilli